giovedì 15 novembre 2007

La solitudine della sofferenza

Oggi provo a condividere un altro mio pensiero di alcuni mesi fa. Era il 14 maggio 2007:
Perché deve esistere la sofferenza? E perché devono soffrire i bambini innocenti? Questo è veramente un mistero che umanamente rimarrà incomprensibile. A volte mi capita di desiderare che qualcuno di "cattivo" soffra e mi sembrerebbe una giusta punizione, ma un bambino... Il prete in ospedale domenica scorsa diceva che nessuno può umanamente capire fino in fondo una persona che soffre: possiamo stargli vicino ma non possiamo capire completamente la sua sofferenza; quindi ne deduco che alla fine siamo soli nel nostro soffrire. Io nei confronti del piccolo Giulio perché non posso sentire quello che prova, e non posso fare nulla per lenire il suo dolore; nei confronti della mia amata Cinzia perché cerco di darle forza ma mi accorgo spesso che le mie parole servono a poco; nei confronti di molte persone che continuano a farci forza e a dirci che sono disponibili per qualsiasi cosa abbiamo bisogno... e anche qui non possiamo che rispondere di non aver bisogno di nulla, anche se non è vero, ma purtroppo ciò di cui avremmo bisogno non ce lo possono dare. È proprio vero: nella sofferenza ognuno è solo.
Il prete diceva anche che Gesù può capire la nostra sofferenza, lui che ha sofferto da innocente... ma come può comprendere questo un bambino?!
Mi è sempre rimasta impressa questa immagine di Giovanni Paolo II che "guarda in faccia" Gesù in croce pochi giorni prima di morire... mi viene in mente che diverse volte anche il piccolo Giulio, quando ancora stava bene, era attratto dal crocifisso che abbiamo in camera e lo fissava con i suoi occhioni; mi sono sempre chiesto cosa avesse avuto di così attraente per un bambino: nessun colore, suono o movimento... forse Giulio aveva già capito più di quanto non capisca io ora.

1 commento:

Grest all'Auxilium ha detto...

Queste tue parole sono un po' come quell'immagine di GVP II... mi parlano di Dio.

Sì è vero, e' Lui in croce l'unico che può aiutarci a trovare un senso nel dolore.

Sì, Dio è certamente vicino al piccolo Giulio e se Giulio soffre allora Dio soffre con lui.

Prego per voi anche questa sera.

Grazie dei saluti che ho ricevuto, Enrica