lunedì 28 settembre 2009

Benvenuta Laura!


Ecco qui una nuova cuginetta che si aggiunge alla famiglia dei Canuin.

Auguroni e ben arrivata Laura!

giovedì 24 settembre 2009

Influenza


In questo ultimo periodo si sente parlare molto del vaccino dell’influenza A.
Vaccinarsi o no?
Molti sono favorevoli … almeno a sentire la televisione…ma a me sembra tanto un’influenza mediatica…
Ho letto qua e là e la cosa non mi convince molto…

Ecco un articolo che mi ha colpito molto:

H1N1: perché non mi vaccinerò

sabato 19 settembre 2009

I love shopping


Autrice del libro: Kinsella Sophie

Un libro... divertente, nulla di troppo impegnativo e serio, un modo per passare qualche ora spensierata.
La protagonista Becky riesce a trasportarti nelle sue disavventure...e forse perchè no a tirarti su un po' di morale quando ti senti giù.

martedì 15 settembre 2009

Ricetta per la felicità domestica

Bisognerà provare......

Mettere anzitutto in un recipiente due o tre libbre di speranza:
poi aggiungere un quinto di attenzioni, di compiacenza,
una dose di bontà, un quartino di fiducia, gaiezza a piacere.
Quattro o cinque misure di obbedienza,
cinque o sei libbre di dolcezza e, per tema di monotonia,
unite al buonumore un milligrammo di spensieratezza.
Quanto al sale, mettetene un grano solo, ché, se doveste superare la dose,
invece di un'oncia, dovreste ben metterne due di pazienza.
Infornate il tutto e fate cuocere a calore ben sostenuto
che amore ed amicizia insieme non lo perdano mai di vista.
Otterrete in tal modo una focaccia bene amalgamata
di cui una fettina ogni mattina basta per abbellire la vita.

venerdì 4 settembre 2009

In ricordo di Daniela Zanetta

In questo momento in oratorio c'è una serata alla scoperta di Daniela Zanetta: una ragazza (della provincia di Novara) che ha dovuto convivere con una rarissima malattia, epidermolisi bollosa distrofica, una ragazza che muore giovane e dalla quale abbiamo solo da imparare....


PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE

Caro Gesù
ci rivolgiamo a Te con quella semplice e limpida confidenza
con la quale Daniela Zanetta apriva ogni pagina del suo diario.
Tu ci hai fatto dono di questa sorella straordinaria,
che ha percorso la sua esistenza accogliendo il segno
della tua misteriosa vocazione al sacrificio per amore.
L’hai chiamata più vicina alla tua croce come agnello ferito
e offerto con risposta d’amore.
Ci hai dato un’appassionata testimone del valore della vita umana
che ha saputo difendere e proclamare con vigore coraggioso.
Le hai consegnato l’anello della tua passione,
hai fatto della sua esistenza un modello alto di una vita spesa intensamente.
Signore Gesù noi affidiamo a Te
per le mani premurose di Maria la causa di Daniela.
Con umile confidenza esprimiamo la richiesta che questa nostra sorella
possa essere additata come modello di santità
per i giovani, le famiglie e tutte le vocazioni cristiane,
in particolare per gli ammalati e i sofferenti
e chiediamo la grazia della sua beatificazione.
Amen.
Per intercessione di Daniela Zanetta ti domandiamo una grazia particolare.
Pater - Ave - Gloria

(fonte: www.danielazanetta.it)

martedì 1 settembre 2009

Dolore, felicità, speranza

Ho trovato alcuni pensieri di una mamma di un bambino malato di un tipo di distrofia, li riporto qui sul blog come spunto di riflessione.

Prima tappa: dolore
Il dolore, si dice, è universale. Il dolore lacera la ragione, costringe l’uomo ad interrogarsi su di sé, ma ancora di più sul senso del mondo. Le cose si inabissano e l’enigma della sofferenza irrompe nelle nostre vite con tutta la sua atrocità. Eppure mai, come nella sofferenza, si cercano parole per dare un senso all’insensato. E, bene o male, le si trova. Si diventa abili a divenire interpreti del proprio soffrire. Una cosa però si impara presto. Nessuno è sostituibile nel proprio dolore. Quella parte è stata assegnata a te e nulla più del dolore svela le tue fragilità e la tua irripetibile unicità. Ma di questo poco si può dire. Riuscire, nonostante il dolore, a portare ad un termine la propria giornata, la propria vita. Il dolore allora diventa positivo nel momento in cui l’uomo trova le sue risorse che mai e poi mai avrebbe scoperto. Nel dolore si ha la possibilità di ricostruirsi in una dimensione nuova, un passaggio di crescita.
Seconda tappa: dolore degli innocenti
Il dolore degli innocenti è un concetto essenziale per cogliere alcune tra le ragioni più profonde del senso della giustizia e dell’umanità poiché è proprio quando riusciamo a scorgere il dolore dell’innocente che l’ingiustizia ci appare al suo stato puro. Tralasciando volutamente il senso teologico di questa affermazione è doveroso riflettere sul perché la sofferenza che colpisce i bambini è così straziante ed inaccettabile. Il bambino sofferente è colui che non ha ancora le capacità di capire il perché gli è stato inflitto questo dolore, il dolore della diversità. Ma c’è una riflessione molto più profonda che ci rende ancora più indifesi, ancora più impotenti. Nel bambino c’è tutta la promessa della vita. Lì e solo lì c’è il bocciolo del futuro. Gli adulti hanno dimensionato la loro vita, realizzandola più o meno. Nel bambino, nei nostri bambini, c’è la percezione della possibilità pura, la vita nella sua originaria promessa. Quando la vita impedisce questo, è la vita che ci tradisce. E’ la vita che lo tradisce.

Terza tappa: felicità
Nel tessuto dei concetti che descrivono la vita umana, la felicità è forse quello più mobile e difficile da catturare, ma è anche il più irrinunciabile. La felicità deriva essenzialmente dal libero sviluppo di se stessi, dalla propria espansione, dall’incontro con le cose, dall’incontro con l’altro, dall’amore. Il mondo diventa lo scenario della nostra felicità, delle nostre possibilità. Un corpo sano sente il mondo, un corpo malato sente il suo corpo. Il corpo malato diventa una barriera tra il proprio desiderio, l’universo delle possibilità e la reale realizzabilità. Il corpo malato ha dinnanzi a sé la dimensione di un mondo irraggiungibile. Ecco allora che bisogna aggiustare il proprio tiro. Ridimensionare il concetto di felicità. Lasciamo perdere il senso di compassione e di pietà. Lui è inchiodato.Gli altri vanno, la vita li chiama, hanno dei doveri. Lui sta lì. Inchiodato. Ecco allora una nuova felicità. Trovare una dimensione di sé che vada oltre il corpo, che rappresenta il limite. Costruirsi una propria felicità che comprenda le parole accettazione e accoglimento. J.J. Rousseau diceva che felicità è raggiungere una sintonia con la natura, con l’altro. Felicità non sta soltanto nelle grandi cose, nella vertigine. La felicità irrompe qua e là costantemente nella nostra vita. E’ questo il motivo per il qual dobbiamo essere felici “gioire di questo piccolo mondo, della buona cucina, dei dolci sorrisi, degli alberi che sono in fiore o anche di un valzer”
Quarta tappa: speranza
Niente altro che un “tu”, una confidenza, un senso di attesa. Non cancella il dolore ma lo rende solo Diverso. Piacere, ho viaggiato molto, mi sono persa, ho percorso strade silenziose nella notte, ho pianto, ho parlato con le pietre, ma i miei occhi non hanno smesso di vedere. Sono giunta alla fine del mio viaggio ed ora mi trovo davanti ad una porta. Al confine tra sogno e realtà. Prima o poi qualcuno arriverà a liberare tutti i miei sogni.