Lunedì mattina (2 aprile) Giulio viene ricoverato all'Istituto Besta: Cinzia resta con lui mentre io faccio la spola quasi tutti i giorni dopo il lavoro. Le giornate sono impegnate da visite ed esami, nel frattempo Giulio continua ad avere una febbre che sale e scende, con punte anche di 40 ma la causa non è chiara. Alla fine della settimana, siccome è Pasqua, ci permettono di tornare a casa sabato, domenica e lunedì di pasquetta. Proprio lunedì ho il mio ultimo ricordo di un sorriso di Giulio: siamo sul balcone di casa nostra, in braccio alla nonna, tutti lo guardiamo e lui ci fa questo bel regalo.
La settimana successiva si riprende la trafila in ospedale: Giulio non sta bene, la febbre continua a tormentarlo insieme alle distonie (ci hanno detto che si chiamano così le sue contrazioni). Una delle ipotesi è quella di una malattia dei neurotrasmettitori, per questo si decide di iniziare una terapia con la levodopa (il farmaco che usano anche i malati del morbo di Parkinson). Un giorno della settimana Giulio sembra proprio in difficoltà anche a nutrirsi quindi gli inseriscono un sondino naso-gastrico: a Giulio non piace molto, infatti il giorno dopo se lo strappa con le manine e siccome il suo stato sembra migliorare leggermente, decidono di lasciarlo senza.
Il fine settimana successivo torniamo ancora a casa, anche se riusciamo solo a fatica a farci concedere il permesso…la situazione di Giulio non è delle migliori! Comunque, siccome abitiamo vicino ci lasciano tutti i medicinali e le istruzioni per continuare la terapia anche a casa. Quei giorni li ricordo tra i più duri! Domenica Giulio ha la febbre molto alta, non riesce a dormire, piange e non mangia. Anche noi siamo molto stanchi: Cinzia è già da due settimane in ospedale ad assisterlo, e chi ha provato sa quanto sia dura! La settimana successiva starò io con lui in modo da farla riposare. La notte tra domenica e lunedì è durissima: nessuno di noi riesce a dormire e il pensiero che dovrò affrontare una settimana in ospedale in quelle condizioni mi spaventa un po’….
La settimana successiva si riprende la trafila in ospedale: Giulio non sta bene, la febbre continua a tormentarlo insieme alle distonie (ci hanno detto che si chiamano così le sue contrazioni). Una delle ipotesi è quella di una malattia dei neurotrasmettitori, per questo si decide di iniziare una terapia con la levodopa (il farmaco che usano anche i malati del morbo di Parkinson). Un giorno della settimana Giulio sembra proprio in difficoltà anche a nutrirsi quindi gli inseriscono un sondino naso-gastrico: a Giulio non piace molto, infatti il giorno dopo se lo strappa con le manine e siccome il suo stato sembra migliorare leggermente, decidono di lasciarlo senza.
Il fine settimana successivo torniamo ancora a casa, anche se riusciamo solo a fatica a farci concedere il permesso…la situazione di Giulio non è delle migliori! Comunque, siccome abitiamo vicino ci lasciano tutti i medicinali e le istruzioni per continuare la terapia anche a casa. Quei giorni li ricordo tra i più duri! Domenica Giulio ha la febbre molto alta, non riesce a dormire, piange e non mangia. Anche noi siamo molto stanchi: Cinzia è già da due settimane in ospedale ad assisterlo, e chi ha provato sa quanto sia dura! La settimana successiva starò io con lui in modo da farla riposare. La notte tra domenica e lunedì è durissima: nessuno di noi riesce a dormire e il pensiero che dovrò affrontare una settimana in ospedale in quelle condizioni mi spaventa un po’….
1 commento:
il ricordo di un sorriso rimane sempre...
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