lunedì 7 gennaio 2008

26 marzo 2007: inizia la salita

Ho preso un giorno di ferie per portare Giulio all’asilo nido. Già, si è liberato un posto e le maestre ci hanno proposto di provare ad inserirlo. Al mattino vado con Giulio all’asilo per stare qualche oretta lì con lui e vedere come si comporta, stiamo lì con gli altri bimbi, giochiamo un po’ sul tappeto, insomma sembra andar bene, non piange… appuntamento alla settimana dopo per iniziare il vero e proprio inserimento!
Nel mezzogiorno Giulio va dai nonni a mangiare mentre io sistemo un po’ la casa, ma quando vado a prenderlo al pomeriggio noto che è un po’ strano, non sorride. Giulio è sempre molto sorridente…ci deve essere qualcosa che non va…sarà stanco… Al pomeriggio dopo avergli letto un libretto di favole si va a nanna, ma al suo risveglio e sempre più strano.
I veri problemi iniziano proprio quel pomeriggio del 26 marzo e da quel giorno la situazione continuerà a peggiorare in modo molto rapido. Giulio inizia ad avere delle crisi molto intense (gli occhi si girano quasi completamente in giù) e fa degli strani movimenti con la bocca e la lingua. Appena torna a casa Zaccheo decidiamo di andare al pronto soccorso. All'arrivo in ospedale le crisi sono passate e Giulio è tornato normale; i medici ci fanno un mucchio di domande per cercare di capire cosa sia successo, però notano anche che il bambino ha la febbre (39) e decidono di fare un esame delle urine. Mentre siamo fuori dalla porta in attesa che Giulio faccia un po' di pipì le crisi ritornano: ci fanno rientrare, il medico (che nel frattempo è cambiato) vede le crisi e decidono di somministrare un clisterino di Valium. Giulio si calma con aria persa per qualche minuto ma poi ritornano subito. I medici decidono di tenerlo in osservazione tutta la notte in attesa della dottoressa della neuropsichiatria che arriverà la mattina successiva: è la prima di una lunga serie di notti passate in ospedale. Nella notte Giulio ha crisi in continuazione e inizia anche a ruotare le braccia in modo strano e a rannicchiare le gambe in posizione fetale, non riesce a dormire se non dopo molto tempo. L'infermiera del turno di notte esclude che siano crisi epilettiche. Il giorno dopo viene subito effettuato l'elettroencefalogramma che confermerà che le crisi non sono di tipo epilettico. Verso mezzogiorno a Giulio viene fatto un prelievo di sangue: probabilmente l'adrenalina causata dal pianto per il prelievo gli fa passare tutto... Giulio sembra tornato di nuovo come prima. Dopo una mezz’ora però è di nuovo in crisi. Restiamo in ospedale per tre notti e poi ci mandano a casa in attesa della chiamata dall’Istituto Besta di Milano.

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