È morto Lorenzo Odone (30 anni), affetto da una rara malattia neurologica. L'ALD è una malattia ereditaria e causa la progressiva perdita della capacità di muoversi, ascoltare, parlare e, alla fine, respirare. Un esito ancora più grave nel caso in cui a colpire sia la forma infantile che, di solito, porta alla morte nell'arco di due anni. E' il caso di Lorenzo Odone, un ragazzo cui era stata diagnosticata la malattia a sette anni. I genitori non si sono rassegnati all'impietosa diagnosi e, in principio da autodidatti, poi con l'aiuto di alcuni medici, hanno lottato contro il tempo, mettendo a punto una formula (un mix di olio di oliva e olio di colza) conosciuta poi come Olio di Lorenzo (divenuto anche il titolo di un film molto bello).
sabato 31 maggio 2008
Matrimonio: auguri ad Alessio e Arianna!
Voi siete nati insieme, e insieme starete per sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi nella vostra unione, e fate che i celesti venti danzino tra voi.
Amatevi reciprocamente, ma non fate dell'amore un laccio: Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.
Riempa ognuno la coppa dell'altro, ma non bevete da una coppa sola.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta. Cantate e danzate e siate gioiosi insieme,
ma che ognuno di voi resti solo,
così come le corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.
Datevi il cuore, ma l'uno non sia in custodia dell'altro.
Poiché solo la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.
E restate uniti, benché non troppo vicini insieme,
poiché le colonne del tempio restano tra loro distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
Gibran
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi nella vostra unione, e fate che i celesti venti danzino tra voi.
Amatevi reciprocamente, ma non fate dell'amore un laccio: Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.
Riempa ognuno la coppa dell'altro, ma non bevete da una coppa sola.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta. Cantate e danzate e siate gioiosi insieme,
ma che ognuno di voi resti solo,
così come le corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.
Datevi il cuore, ma l'uno non sia in custodia dell'altro.
Poiché solo la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.
E restate uniti, benché non troppo vicini insieme,
poiché le colonne del tempio restano tra loro distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
Gibran
venerdì 30 maggio 2008
giovedì 29 maggio 2008
L'ostrica
mercoledì 28 maggio 2008
martedì 27 maggio 2008
Il cacciatore di aquiloni
Titolo: Il cacciatore di aquiloni ***
Autore: Hosseini Khaled
Questa è una storia sull’amicizia e sul tradimento, sul senso di colpa e sulla possibilità di riscatto. E’ ambientata in Afghanistan nel periodo che va dalla caduta del re all’invasione sovietica al regime talebano. E’ la storia di un’amicizia strana tra Amir ed Hassan, l’uno pashtun, l’altro hazara; l’uno sunnita, l’altro sciita; l’uno padrone, l’altro servo. I due bambini trascorrono insieme la loro infanzia e formano una coppia incredibile nello sport nazionale afghano: tornei di aquiloni.
C’è stato un tempo in cui nei cieli di Kabul volavano gli aquiloni , le cui eleganti evoluzioni rappresentavano la libertà del paese. Poi gli aquiloni non volarono più: era iniziata la tremenda odissea del popolo afghano.L’armonia tra i due amici si spezza quando accade qualcosa di terribile ad Hassan per colpa dell'atteggiamento di Amir, da quel momento qualcosa cambia tra loro. Con l’arrivo dei russi Amir e il padre fuggono in America e solo dopo 25 anni Amir tornerà a Kabul per ritrovare un passato che non lo ha mai abbandonato.
“Sono diventato la persona che sono oggi all’età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. E’ stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto.”
lunedì 26 maggio 2008
Il più grande bisogno del mondo
Un po' più di gentilezza e un po' meno avidità;
un po' più dare e un po' meno pretendere;
un po' più sorrisi e un po' meno smorfie;
un po' meno calci a chi è steso per terra;
un po' più "noi" e un po' meno "io";
un po' più risate e un po' meno pianti;
un po' più fiori sulla strada della vita e un po' meno sulle tombe;
tratto da "A volte basta un raggio di sole" Bruno Ferrero
un po' più dare e un po' meno pretendere;
un po' più sorrisi e un po' meno smorfie;
un po' meno calci a chi è steso per terra;
un po' più "noi" e un po' meno "io";
un po' più risate e un po' meno pianti;
un po' più fiori sulla strada della vita e un po' meno sulle tombe;
tratto da "A volte basta un raggio di sole" Bruno Ferrero
domenica 25 maggio 2008
Giugno - Agosto 2007: siamo a casa
La vita a casa è comunque faticosa e richiede un po’ di rodaggio: ad esempio il dosaggio dei medicinali che prima effettuavano sempre le infermiere è un’operazione che inizialmente si rivela un po’ difficoltosa, e anche il ricordare tutti gli orari e organizzarsi: il ritmo della giornata non è certo quello che avevamo prima. Comunque le comodità di casa ripagano sicuramente la fatica. Dopo i primi giorni iniziamo ad organizzarci: una bella lavagna per segnare le medicine in modo da non dimenticarle, il carrello portavivande trasformato in un carrello portamedicine, le siringhe, il computer per segnare tutto quello che gli somministriamo da bere e da mangiare.
Altre difficoltà “burocratiche” le incontriamo nei rapporti con l’ASL e la farmacia: il sedativo che prende Giulio non potrebbe essere venduto in farmacia ed inoltre è costosissimo. Per fortuna nel giro di alcune settimane le cose si sistemano e i medicinali essenziali ci vengono forniti direttamente.
Inizialmente decidiamo di dormire a notti alterne nella stanza di Giulio che ha bisogno di assistenza continua, ma presto ci rendiamo conto che cambia poco dal punto di vista del sonno, quindi lo portiamo in camera nostra così possiamo stare tutti vicini. Le giornate, e soprattutto le notti, sono dure: il ritmo è sempre dato dalla somministrazione del Midazolam ogni 4 ore e Giulio non dorme mai più di 2 o 3 ore. A casa tuttavia, riusciamo ad escogitare un sistema che lo tranquillizza: gli facciamo saltellare le gambine in modo da mantenerle sempre in movimento e lui si calma. Siamo seguiti dalla nostra pediatra di famiglia che, con una disponibilità fuori dal comune, viene a visitarlo a giorni alterni, inoltre, nel giro di qualche settimana alcune persone si rendono disponibili per aiutarci a curare Giulio alleviando non di poco la nostra fatica: finalmente possiamo anche permetterci di uscire a farci un giretto per una o due orette “staccando” anche se solo parzialmente, dalla situazione che provoca una certa tensione.
A Giulio piace molto essere dondolato passiamo ore tenendolo in braccio sulla sedia a dondolo sul balcone e ogni tanto usciamo anche un poco in giardino: finalmente può rivedere la luce del sole. Ogni quindici giorni circa torniamo in ospedale a Novara per un controllo, inoltre iniziamo anche delle visite dalla fisioterapista e dal logopediata.
Il fisiatra che visita Giulio rimane molto colpito dal suo stato e insieme decidiamo che comunque il bambino, in questa fase, ha bisogno di stare tranquillo, non certamente di fare fisioterapia, ma programmiamo per settembre un incontro in cui definiremo come progettare un “supporto” tipo seggiolino per contenere Giulio e limitare i danni dovuti alle sue distonie. Con la logopedista Daniela, che aveva già visto e visitato Giulio in ospedale, iniziamo invece un ciclo di incontri che dovrebbero portare Giulio a riprendere, almeno in parte, la capacità di deglutire. Inizialmente sembra che risponda bene e alcune volte riusciamo anche a fargli mangiare un vasetto intero di omogeneizzato di frutta per bocca. Gli incontri non sempre sono positivi: spesso Giulio è molto agitato e, nell’ora che abbiamo a disposizione, non si riesce a fare nulla perché piange e si agita continuamente. Dopo che siamo tornati a casa Giulio inizia a presentare altri sintomi nuovi: ogni tanto ha dei rapidi “scatti” con la testa all’indietro e ruota gli occhi in su; dall’elettroencefalogramma risultano essere attacchi di tipo epilettico e ci dicono che sono quasi certamente un sintomo di peggioramento ed indicano che anche la corteccia cerebrale, e non solo il cervelletto, potrebbe essere compromessa. Iniziamo anche una terapia con un farmaco antiepilettico (il Sabril). Nell’ultima visita fatta ad agosto il peso di Giulio è 7,730 kg.
Altre difficoltà “burocratiche” le incontriamo nei rapporti con l’ASL e la farmacia: il sedativo che prende Giulio non potrebbe essere venduto in farmacia ed inoltre è costosissimo. Per fortuna nel giro di alcune settimane le cose si sistemano e i medicinali essenziali ci vengono forniti direttamente.
Inizialmente decidiamo di dormire a notti alterne nella stanza di Giulio che ha bisogno di assistenza continua, ma presto ci rendiamo conto che cambia poco dal punto di vista del sonno, quindi lo portiamo in camera nostra così possiamo stare tutti vicini. Le giornate, e soprattutto le notti, sono dure: il ritmo è sempre dato dalla somministrazione del Midazolam ogni 4 ore e Giulio non dorme mai più di 2 o 3 ore. A casa tuttavia, riusciamo ad escogitare un sistema che lo tranquillizza: gli facciamo saltellare le gambine in modo da mantenerle sempre in movimento e lui si calma. Siamo seguiti dalla nostra pediatra di famiglia che, con una disponibilità fuori dal comune, viene a visitarlo a giorni alterni, inoltre, nel giro di qualche settimana alcune persone si rendono disponibili per aiutarci a curare Giulio alleviando non di poco la nostra fatica: finalmente possiamo anche permetterci di uscire a farci un giretto per una o due orette “staccando” anche se solo parzialmente, dalla situazione che provoca una certa tensione.
A Giulio piace molto essere dondolato passiamo ore tenendolo in braccio sulla sedia a dondolo sul balcone e ogni tanto usciamo anche un poco in giardino: finalmente può rivedere la luce del sole. Ogni quindici giorni circa torniamo in ospedale a Novara per un controllo, inoltre iniziamo anche delle visite dalla fisioterapista e dal logopediata.
Il fisiatra che visita Giulio rimane molto colpito dal suo stato e insieme decidiamo che comunque il bambino, in questa fase, ha bisogno di stare tranquillo, non certamente di fare fisioterapia, ma programmiamo per settembre un incontro in cui definiremo come progettare un “supporto” tipo seggiolino per contenere Giulio e limitare i danni dovuti alle sue distonie. Con la logopedista Daniela, che aveva già visto e visitato Giulio in ospedale, iniziamo invece un ciclo di incontri che dovrebbero portare Giulio a riprendere, almeno in parte, la capacità di deglutire. Inizialmente sembra che risponda bene e alcune volte riusciamo anche a fargli mangiare un vasetto intero di omogeneizzato di frutta per bocca. Gli incontri non sempre sono positivi: spesso Giulio è molto agitato e, nell’ora che abbiamo a disposizione, non si riesce a fare nulla perché piange e si agita continuamente. Dopo che siamo tornati a casa Giulio inizia a presentare altri sintomi nuovi: ogni tanto ha dei rapidi “scatti” con la testa all’indietro e ruota gli occhi in su; dall’elettroencefalogramma risultano essere attacchi di tipo epilettico e ci dicono che sono quasi certamente un sintomo di peggioramento ed indicano che anche la corteccia cerebrale, e non solo il cervelletto, potrebbe essere compromessa. Iniziamo anche una terapia con un farmaco antiepilettico (il Sabril). Nell’ultima visita fatta ad agosto il peso di Giulio è 7,730 kg.
sabato 24 maggio 2008
Maria Ausiliatrice prega per noi
venerdì 23 maggio 2008
Quadrifoglio
giovedì 22 maggio 2008
Santa Rita da Cascia
Perché ricordare proprio questa santa?
Perché è l’onomastico di una zia a cui volevo molto bene, perché è l’anniversario di matrimonio dei miei genitori anche se papà quest’anno non sarà qui a festeggiarlo con la mamma, perché tanti anni fa sono stata a visitare i posti dove è vissuta questa santa, perché è la “santa dei casi impossibili”, cioè di tutti quei casi clinici o di vita per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione tante volte miracolosamente si sono risolti.
Non sto a raccontare la storia di Santa Rita, vorrei solo ricordare delle stranezze (forse leggende) che hanno accompagnato la vita di questa santa.
Si narra che i genitori, presero a portare la neonata con loro durante il lavoro nei campi, riponendola in un cestello di vimini poco distante. Un giorno mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, mentre i genitori stavano un po’ più lontani, uno sciame di api le circondò la testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia aperta depositandovi del miele. Nel frattempo un contadino che si era ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro per correre a Cascia per farsi medicare; passando davanti al cestello e visto la scena, prese a cacciare via le api e qui avvenne la seconda fase del prodigio, man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si rimarginò completamente.
Devotissima alla Passione di Cristo, voleva condividerne i dolori. Gesù l’esaudì e un giorno, mentre era in contemplazione davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga; la ferita scomparve soltanto in occasione di un suo pellegrinaggio a Roma.
Nella fase finale della sua vita, avvenne un altro prodigio, essendo immobile a letto, ricevé la visita di una parente, che nel congedarsi le chiese se desiderava qualcosa della sua casa e Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto, ma la parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi ciò non era possibile, ma Rita insisté.
Tornata a casa la parente si recò nell’orticello e in mezzo ad un rosaio, vide una bella rosa sbocciata, stupita la colse e la portò da Rita.
Così la santa divenne la santa della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’; nel giorno della sua festa questi fiori vengono benedetti e distribuiti ai fedeli.
Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si narra che il giorno dei funerali, quando ormai si era sparsa la voce dei miracoli attorno al suo corpo, comparvero delle api nere, che si annidarono nelle mura del convento e ancora oggi sono lì, sono api che non hanno un alveare, non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura.
Perché è l’onomastico di una zia a cui volevo molto bene, perché è l’anniversario di matrimonio dei miei genitori anche se papà quest’anno non sarà qui a festeggiarlo con la mamma, perché tanti anni fa sono stata a visitare i posti dove è vissuta questa santa, perché è la “santa dei casi impossibili”, cioè di tutti quei casi clinici o di vita per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione tante volte miracolosamente si sono risolti.
Non sto a raccontare la storia di Santa Rita, vorrei solo ricordare delle stranezze (forse leggende) che hanno accompagnato la vita di questa santa.
Si narra che i genitori, presero a portare la neonata con loro durante il lavoro nei campi, riponendola in un cestello di vimini poco distante. Un giorno mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, mentre i genitori stavano un po’ più lontani, uno sciame di api le circondò la testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia aperta depositandovi del miele. Nel frattempo un contadino che si era ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro per correre a Cascia per farsi medicare; passando davanti al cestello e visto la scena, prese a cacciare via le api e qui avvenne la seconda fase del prodigio, man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si rimarginò completamente.
Devotissima alla Passione di Cristo, voleva condividerne i dolori. Gesù l’esaudì e un giorno, mentre era in contemplazione davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga; la ferita scomparve soltanto in occasione di un suo pellegrinaggio a Roma.
Nella fase finale della sua vita, avvenne un altro prodigio, essendo immobile a letto, ricevé la visita di una parente, che nel congedarsi le chiese se desiderava qualcosa della sua casa e Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto, ma la parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi ciò non era possibile, ma Rita insisté.
Tornata a casa la parente si recò nell’orticello e in mezzo ad un rosaio, vide una bella rosa sbocciata, stupita la colse e la portò da Rita.
Così la santa divenne la santa della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’; nel giorno della sua festa questi fiori vengono benedetti e distribuiti ai fedeli.
Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si narra che il giorno dei funerali, quando ormai si era sparsa la voce dei miracoli attorno al suo corpo, comparvero delle api nere, che si annidarono nelle mura del convento e ancora oggi sono lì, sono api che non hanno un alveare, non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura.
mercoledì 21 maggio 2008
Briciole di serenità: nr. 10
Se cercassi di vivere sempre in pace con Dio e col prossimo,
potrei raggiungere lo scopo della mia vita sulla terra:
quello di unirmi con Dio nel Cielo.
potrei raggiungere lo scopo della mia vita sulla terra:
quello di unirmi con Dio nel Cielo.
martedì 20 maggio 2008
Benvenuto Mattia!
La montagna
Abbi massimo rispetto per questo luogo
e per tutto ciò che quassù trovi,
se tu non l'hai portato con fatica
qualcun altro l'ha fatto.
Se tu, essere vivente, non credi in un Essere Supremo
guardati attorno e pensa
se tu saresti in grado di fare
tutto ciò che il tuo occhio vede.
Amami e io non ti tradirò
sii coraggioso e mi vincerai.
Attento a dove posi il piede,
per colpa tua qualcun altro più in basso
può lasciarci la vita.
Ai 1500 metri dimentica chi sei,
con persone di differente età usa il voi,
con persone della stessa età usa il tu.
Ai 2000 metri dimentica il mondo, gli affanni, le tasse
e goditi la vera pace.
Ai 2500 metri dimentica il tuo io,
la boria, la cultura, la forza fisica,
perché se quassù sei giunto
sei in tutto e per tutto uguale agli altri
che quassù stanno.
Non credere, piccolo uomo, di essere chissà chi,
perché prima che esistessi
io già c'ero
e quando tu non esisterai più
io ancora ci sarò.
firmato La Montagna
e per tutto ciò che quassù trovi,
se tu non l'hai portato con fatica
qualcun altro l'ha fatto.
Se tu, essere vivente, non credi in un Essere Supremo
guardati attorno e pensa
se tu saresti in grado di fare
tutto ciò che il tuo occhio vede.
Amami e io non ti tradirò
sii coraggioso e mi vincerai.
Attento a dove posi il piede,
per colpa tua qualcun altro più in basso
può lasciarci la vita.
Ai 1500 metri dimentica chi sei,
con persone di differente età usa il voi,
con persone della stessa età usa il tu.
Ai 2000 metri dimentica il mondo, gli affanni, le tasse
e goditi la vera pace.
Ai 2500 metri dimentica il tuo io,
la boria, la cultura, la forza fisica,
perché se quassù sei giunto
sei in tutto e per tutto uguale agli altri
che quassù stanno.
Non credere, piccolo uomo, di essere chissà chi,
perché prima che esistessi
io già c'ero
e quando tu non esisterai più
io ancora ci sarò.
firmato La Montagna
lunedì 19 maggio 2008
Briciole di serenità: nr. 9
Se dessi sempre il buon esempio in tutto,
vedrei praticare la virtù e l’amore tra i miei cari.
vedrei praticare la virtù e l’amore tra i miei cari.
domenica 18 maggio 2008
Ravioli fatti in casa
Ravioli ai carciofi
Abbiamo fatto i ravioli!!!!
...e per essere la prima volta non sono venuti per niente male...
Ingredienti:
per i ravioli: 250 g. farina di semola e 50 farina 00, 1 uovo, acqua q.b., sale
per il ripieno: 250g di carciofi, cipolla, aglio, sale, prezzemolo, olio di oliva, noce moscata, 1 uovo, formaggio grattugiato
Versate la farina sulla spianatoia di legno (o su un piano di marmo); fate un buco nel mezzo e metteteci l'uovo e acqua quanto basta. Aggiungere il sale. Con una forchetta sbattete le uova e iniziate ad amalgamarle alla farina. Lavorate la pasta finché risulta elastica (se risulta troppo dura aggiungete un po' di acqua tiepida). Sulla spianatoia leggermente infarinata stendete la pasta con un mattarello ( o se avete la macchina per la pasta meglio ancora....), fino a raggiungere lo spessore ideale (più è sottile, meglio è). Tagliatela poi a quadrati. Nel centro ponete il ripieno e chiudete la pasta a triangolo, schiacchiando leggermente con la forchetta i bordi (ma si possono fare anche di altre forme).
Per il ripieno noi abbiamo usato dei cuori di carciofo surgelati. In una padella con un poco di olio fate soffriggere un po' di cipolla e uno spicchio di aglio che poi toglierete, aggiungete i carciofi e fate cuocere per una ventina di minuti. Naturalmente non dimenticate di salare, prima di spegnere aggiungete un poco di noce moscata e del prezzemolo. Frullate il tutto insieme ad un uovo e due bei cucchiai di formaggio grattugiato ed ecco pronto il nostro ripieno.
...e per essere la prima volta non sono venuti per niente male...
Ingredienti:
per i ravioli: 250 g. farina di semola e 50 farina 00, 1 uovo, acqua q.b., sale
per il ripieno: 250g di carciofi, cipolla, aglio, sale, prezzemolo, olio di oliva, noce moscata, 1 uovo, formaggio grattugiato
Versate la farina sulla spianatoia di legno (o su un piano di marmo); fate un buco nel mezzo e metteteci l'uovo e acqua quanto basta. Aggiungere il sale. Con una forchetta sbattete le uova e iniziate ad amalgamarle alla farina. Lavorate la pasta finché risulta elastica (se risulta troppo dura aggiungete un po' di acqua tiepida). Sulla spianatoia leggermente infarinata stendete la pasta con un mattarello ( o se avete la macchina per la pasta meglio ancora....), fino a raggiungere lo spessore ideale (più è sottile, meglio è). Tagliatela poi a quadrati. Nel centro ponete il ripieno e chiudete la pasta a triangolo, schiacchiando leggermente con la forchetta i bordi (ma si possono fare anche di altre forme).
Per il ripieno noi abbiamo usato dei cuori di carciofo surgelati. In una padella con un poco di olio fate soffriggere un po' di cipolla e uno spicchio di aglio che poi toglierete, aggiungete i carciofi e fate cuocere per una ventina di minuti. Naturalmente non dimenticate di salare, prima di spegnere aggiungete un poco di noce moscata e del prezzemolo. Frullate il tutto insieme ad un uovo e due bei cucchiai di formaggio grattugiato ed ecco pronto il nostro ripieno.
sabato 17 maggio 2008
venerdì 16 maggio 2008
Buon puffleanno!!
Ma ve li ricordate???
"Chi siano non lo so, gli strani ometti blu, sono alti su per giù, due mele o poco più...."
Ebbene sì... i puffi compiono 50 anni!
Ho letto la notizia su "Famiglia Cristiana" proprio questa mattina.
"I Puffi contengono nelle loro storie uno speciale e poeticissimo inno alla libertà, sono in apparenza tutti uguali, ma possiedono anime assolutamente diverse. Ecco un grande messaggio pedagogico che Peyo ha inviato ai bambini di tutto il mondo: non è il modo di vestire che vi rende unici, ma il colloquio interiore che avete con coi stessi, l'adesione ai grandi principi (...) le meravigliose creaturine azzurre e bianche amano la morale e la filosofia, e in un mondo truce, avido, amaro, sorridono al Bene" (tratto da Famiglia Cristiana)
"Chi siano non lo so, gli strani ometti blu, sono alti su per giù, due mele o poco più...."
Ebbene sì... i puffi compiono 50 anni!
Ho letto la notizia su "Famiglia Cristiana" proprio questa mattina.
"I Puffi contengono nelle loro storie uno speciale e poeticissimo inno alla libertà, sono in apparenza tutti uguali, ma possiedono anime assolutamente diverse. Ecco un grande messaggio pedagogico che Peyo ha inviato ai bambini di tutto il mondo: non è il modo di vestire che vi rende unici, ma il colloquio interiore che avete con coi stessi, l'adesione ai grandi principi (...) le meravigliose creaturine azzurre e bianche amano la morale e la filosofia, e in un mondo truce, avido, amaro, sorridono al Bene" (tratto da Famiglia Cristiana)
Domande bizzarre
- Perché "separato" si scrive tutto insieme quando "tutto insieme" si scrive separato?
- Perché "abbreviazione" è una parola così lunga?
- Perché in questo mondo anche gli zeri, per valere qualche cosa, devono stare a destra?
- Perché non c'è un alimento per gatti al gusto di topo?
- Se niente si incolla al Teflon, come si è riusciti ad incollare questo alla padella?
- Perché le ballerine danzano sempre sulla punta dei piedi? Non sarebbe più semplice scritturare ballerine più alte?
- Come può avere dei nipoti Paperino se non ha ne fratelli ne sorelle?
- Se Superman è così furbo, perché si mette gli slip sopra i pantaloni?
- Se un gatto cade sempre dritto sulle proprie zampe, e una tartina imburrata cade sempre dalla parte del burro, cosa succede quando si incolla una tartina imburrata sulla schiena di un gatto e si lancia questo dalla finestra?
giovedì 15 maggio 2008
Briciole di serenità: nr. 7
Se sapessi compatire,
se non dicessi quell’espressione dura
e imparassi invece ad abbracciare le sofferenze come volute da Dio per purificarmi,
mi sentirei più sollevato dalle colpe commesse in gioventù.
se non dicessi quell’espressione dura
e imparassi invece ad abbracciare le sofferenze come volute da Dio per purificarmi,
mi sentirei più sollevato dalle colpe commesse in gioventù.
mercoledì 14 maggio 2008
Ultimi giorni per l'azalea
Briciole di serenità: nr.6
Se non mi lamentassi tanto dei miei acciacchi e disturbi dell’età,
sarei forse curato con più amorevolezza.
sarei forse curato con più amorevolezza.
martedì 13 maggio 2008
lunedì 12 maggio 2008
La mia torta preferita: crostata di frutta
- 250 g di farina, 125 g. zucchero, 125 g burro, un uovo, un pizzico di sale
- per la crema pasticcera: 2 tuorli di uovo, 40g di zucchero, un cucchiaio di farina, 250 cc di latte, vanillina
- per la guarnizione: frutta fresca (fragole e ananas), una bustina di preparato per gelatina
In una terrina mescolate un uovo, il sale e 125 g di zucchero finché non viene una crema omogenea. Aggiungete la farina e mescolare finchè non viene un composto sabbioso. Mettete il burro ammorbidito a pezzetti e impastate velocemente fino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciate riposare in frigo per un paio di ore. Stendete nella tortiera, bucherellate con la forchetta e cuocete a 240 ° per 7 minuti.
Per la crema: in una casseruola mescolate i 2 tuorli di uova con 40g di zucchero. Quando quest'ultimo si è sciolto aggiungete un cucchiaio di farina e continuando a mescolare aggiungete poco alla volta il latte bollente e mezza bustina di vanillina. Mettete poi il tutto sul fuoco e portate a bollore continuando a mescolare. Dopo tre minuti di bollore fate raffreddare e poi versare sulla base della crostata.
Disponete ora la frutta fresca come più preferite (io ho scelto le fragole e l'ananas). Infine metteti sopra la gelatina che si può preparare con una bustina per gelatina.
Briciole di serenità: nr.5
Se non dessi consigli non richiesti e non voluti,
sarei più ascoltato, stimato e amato.
sarei più ascoltato, stimato e amato.
domenica 11 maggio 2008
Mamma
Oggi è la festa della mamma, la festa in cui ogni figlio dovrebbe dire alla propria mamma che le vuole bene e che è felice di essere nato...ma anche un figlio malato può dire grazie alla sua mamma per la sua vita?
Io ringrazio la mia mamma... chissà se un giorno ci sarà qualcuno che mi dirà "Grazie mamma!"...
Io ringrazio la mia mamma... chissà se un giorno ci sarà qualcuno che mi dirà "Grazie mamma!"...
Beatitudini della mamma
Beata la Mamma che non si affanna, ma si diverte persino a fare la mamma
Beata la Mamma che pensa più al suo bambino che al bianco del bucato
Beata la Mamma che continua ad essere innamorata del papà che l'ha sposata
Beata la Mamma che fa il bene prima di parlarne
Beata la Mamma che ama senza nemmeno più saperlo
Beata la Mamma che non insegna la via facile, ma la via giusta
Beata la Mamma che non smette mai di essere mamma
Beata la Mamma che sa pregare: dal buon Dio sarà aiutata, dai suoi figli sarà ricordata.
Beata la Mamma che continua ad essere innamorata del papà che l'ha sposata
Beata la Mamma che fa il bene prima di parlarne
Beata la Mamma che ama senza nemmeno più saperlo
Beata la Mamma che non insegna la via facile, ma la via giusta
Beata la Mamma che non smette mai di essere mamma
Beata la Mamma che sa pregare: dal buon Dio sarà aiutata, dai suoi figli sarà ricordata.
sabato 10 maggio 2008
Briciole di serenità: nr.4
Giornata mondiale del Commercio Equo e Solidale
venerdì 9 maggio 2008
Briciole di serenità: nr.3
Se parlassi piano e rispondessi dolcemente e con pazienza,
sarei l’incanto dei miei familiari.
sarei l’incanto dei miei familiari.
8000 anni fa...
mercoledì 7 maggio 2008
Un vicino curioso
E’ mattino. Scosto le tende della finestra della cameretta, ecco finalmente un po’ di luce… Giulio ormai è sveglio e mentre suona la dolce melodia del carillon coccolo il piccolo Giulio, lo cambio e lo preparo per la colazione… ma mi sento osservata… è come se qualcuno o qualcosa mi stesse fissando.. guardo verso la finestra ed ecco il curiosone!
Ha il naso schiacciato contro il vetro della finestra e guarda me e Giulio senza far cenno ad andarsene. Si è accorto che l’ho visto ma sembra non interessargli, restiamo a guardarci qualche minuto, poi io e Giulio ci spostiamo in cucina ma torno a sbirciare in cameretta per vedere se è ancora lì… non c’è più… esco e guardo in giro… non lo vedo.. chissà dove è finito il gatto del vicino?!
Ha il naso schiacciato contro il vetro della finestra e guarda me e Giulio senza far cenno ad andarsene. Si è accorto che l’ho visto ma sembra non interessargli, restiamo a guardarci qualche minuto, poi io e Giulio ci spostiamo in cucina ma torno a sbirciare in cameretta per vedere se è ancora lì… non c’è più… esco e guardo in giro… non lo vedo.. chissà dove è finito il gatto del vicino?!
lunedì 5 maggio 2008
Iris
domenica 4 maggio 2008
Partire...
Cinque amici in questo momento stanno camminando verso Santiago, noi da casa li seguiamo attraverso una copia del libretto che utilizzano anche loro nei momenti di riflessione e preghiera. In questo modo ci sentiamo un po' più vicini... Riporto qui sotto un brano tratto appunto da questo libretto:
Quando tutto sembra cancellato,
allora parti per l'avventura:
apriti la strada con coraggio.
Quando ti sembrano cancellati
l'entusiasmo, la speranza, l'amore,
questi tre sentimenti meravigliosi,
allora parti per l'avventura con coraggio.
L'avventura della tua vita.
Questa tua vita, oggi, qui, con questi pesi.
Questa materia con cui costruisci
il miracolo di una cattedrale di gioia
venerdì 2 maggio 2008
Grazie per il bene che mi vuoi
Ciò che più desideriamo nella vita,
come esser felici, liberi e sereni,
lo si ottiene facilmente
procurandolo agli altri.
S.Lawrence
come esser felici, liberi e sereni,
lo si ottiene facilmente
procurandolo agli altri.
S.Lawrence
Iscriviti a:
Post (Atom)