Il primo impatto con il nuovo ospedale purtroppo non è dei migliori. L’edificio è più nuovo e moderno ma l’organizzazione e le persone dell’Istituto Besta sono inimitabili. A Novara sembrano molto impacciati, forse perché non hanno mai visto un caso del genere e di sicuro non vengono a prendere in braccio Giulio per fargli il bagnetto o per coccolarlo un po’. La pappa poi è veramente problematica, le cuoche del Besta lavoravano nel cucinino vicino alla stanza, conoscevano Giulio e sapevano come preparare pappe che entrassero nel sondino; a Novara tutto funziona con un sistema computerizzato di prenotazioni, ma non sono per niente preparati alla nutrizione con il sondino: la maggior parte delle volte arriva cibo che è impossibile far passare nel tubicino, le infermiere inoltre lasciano spesso fare a noi perché è evidente che non sono abituate a questa situazione, per fortuna ci siamo allenati molto nei mesi precedenti! E poi la distanza da casa ripaga questo disagio. Comunque cerchiamo di far partire subito la “macchina burocratica” che ci porterà ad un vero ritorno a casa. Durante la degenza a Novara ci mettono anche in contatto con una fisioterapista e una logopedista con cui dovremo poi organizzare incontri regolari: la fisioterapista ci mostra alcuni “esercizi” che potrebbero servire per alleviare un po’ il dolore e contenere i movimenti di Giulio; la logopedista invece, dopo una endoscopia, valuta che la funzionalità della deglutizione non è assente quindi si potrebbe recuperare… almeno qualche buona notizia.
Nel frattempo i giorni passano e la fatica si fa sentire, inoltre le stanze dell’ospedale di Novara non sono molto confortevoli per la persona che assiste il malato e questo, unito ai due mesi precedenti, non allevia certo la nostra fatica; anche in questo frangente il nonno è stato la risorsa più importante: ha assistito Giulio quasi tutte le notti permettendo finalmente a me e a Cinzia di trascorrere un po’ di tempo insieme lontani da Giulio. Dopo le richieste all’ASL e la compilazione del piano terapeutico, viene organizzata la fornitura di tutto ciò che ci serve per assistere Giulio a casa nostra: medicine, siringhe, saturimetro, aspiratore.
Il 15 giugno finalmente ci lasciano tornare a casa, dovremo tornare a Novara solo per i controlli: inizia un’altra avventura.
Nel frattempo i giorni passano e la fatica si fa sentire, inoltre le stanze dell’ospedale di Novara non sono molto confortevoli per la persona che assiste il malato e questo, unito ai due mesi precedenti, non allevia certo la nostra fatica; anche in questo frangente il nonno è stato la risorsa più importante: ha assistito Giulio quasi tutte le notti permettendo finalmente a me e a Cinzia di trascorrere un po’ di tempo insieme lontani da Giulio. Dopo le richieste all’ASL e la compilazione del piano terapeutico, viene organizzata la fornitura di tutto ciò che ci serve per assistere Giulio a casa nostra: medicine, siringhe, saturimetro, aspiratore.
Il 15 giugno finalmente ci lasciano tornare a casa, dovremo tornare a Novara solo per i controlli: inizia un’altra avventura.
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