domenica 29 novembre 2009

La storia degli angeli dell'Avvento

Gli angeli dell'Avvento sono quattro, proprio come le quattro settimane che preparano al Natale. Vengono in visita sulla Terra, indossando abiti di un colore diverso, ciascuno dei quali rappresenta una particolare qualità.

L'angelo blu. Durante la prima settimana un grande angelo discende dal cielo per invitare gli uomini a prepararsi per il Natale. E' vestito con un grande mantello blu, intessuto di silenzio e di pace. Il blu del suo mantello rappresenta appunto il silenzio e il raccoglimento.

L'angelo rosso.
Durante la seconda settimana un angelo con il mantello rosso scende dal cielo, portando con la mano sinistra un cesto vuoto. Il cesto è intessuto di raggi di sole e può contenere soltanto ciò che è leggero e delicato. L'angelo rosso passa su tutte le case e cerca, guarda nel cuore di tutti gli uomini, per vedere se trova un po' di amore…
Se lo trova, lo prende e lo mette nel cesto e lo porta in alto, in cielo. E lassù, le anime di tutti quelli che sono sepolti in Terra e tutti gli angeli prendono questo amore e ne fanno luce per le stelle. Il rosso del suo mantello rappresenta l'amore.

L'angelo bianco.
Nella terza settimana un angelo bianco e luminoso discende sulla terra. Tiene nella mano destra un raggio di sole. Va verso gli uomini che conservano in cuore l'amore e li tocca con il suo raggio di luce. Essi si sentono felici perché nell'Inverno freddo e buio, sono rischiarati ed illuminati. Il sole brilla nei loro occhi, avvolge le loro mani, i loro piedi e tutto il corpo. Anche i più poveri e gli umili sono così trasformati ed assomigliano agli angeli, perché hanno l'amore nel cuore. Soltanto coloro che hanno l'amore nel cuore possono vedere l'angelo bianco…
Il bianco rappresenta il simbolo della luce e brilla nel cuore di chi crede.

L'angelo viola.
Nella quarta e ultima settimana di Avvento, appare in cielo un angelo con il mantello viola. L'angelo viola passa su tutta la Terra tenendo con il braccio sinistro una cetra d'oro. Manca poco all'arrivo del Signore.
Il colore viola è formato dall'unione del blu e del rosso, quindi il suo mantello rappresenta l'amore vero, quello profondo, che nasce quando si sta in silenzio e si ascolta la voce del Signore dentro di noi.

giovedì 26 novembre 2009

Le dieci ricette per farmi felice

1. Non mi buco in continuazione il dito per controllare il tasso di zucchero nel sangue.

2. Ricarico le mie riserve emotive guardando un tramonto, la luna piena, il volto di un bimbo, un fiore.

3. Non dico mai: "le rane gracidano", ma dico: "le rane cantano".

4. Non voglio essere perfetto: potrei diventare nevrotico.

5. Quando mi osservo nello specchio, non mi guardo: "mi sorrido".

6. Uso il contagocce per dire "io".

7. Saluto sempre per primo.

8. Mi immagino mentre sbraito, mi agito, urlo... Non sono forse un tantino ridicolo?

9. Mi riempio il cervello di parole-vitamine: "ce la farò"; "sono piccolo, ma non basso"; "non sono bello, ma luminoso"; "finché vivo, voglio ardere"...

10. Penso: le avversità ci sono sempre, ma Dio anche. Perciò sono sempre in vantaggio!

giovedì 19 novembre 2009

La gioia

Dio non turba mai la gioia ai suoi figli
se non per prepararli ad una più certa e più grande.

(Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi)

giovedì 12 novembre 2009

Aggiornamenti su Giulio

E’ da un po’ che non aggiorno "la storia di Giulio". Vediamo di fare il punto della situazione. Dalle ultime notizie ricevute dal Besta (ormai un anno fa) abbiamo saputo che non hanno scoperto nulla, o meglio tutto ciò che hanno analizzato è risultato negativo; hanno solo escluso alcuni tipi di malattie. Quindi non si sa neppure come proseguirà questa malattia…. questo significa vivere nell'incertezza. Non sappiamo di cosa soffre e che cosa abbia provocato questa situazione. Una malattia senza nome… eccoci di fronte ad un muro invalicabile… “Forse un giorno si scoprirà qualcosa” ci dicono … forse… Noi contiamo sulla ricerca, ci auguriamo che continui.
Affrontare una malattia di cui non si conosce nulla è davvero difficile…e così un passo alla volta… cerchiamo di vivere ogni giornata nel miglior modo possibile, in questa situazione abbiamo apprezzato le più piccole cose che succedono; quelli che pensavamo fossero problemi sono solo sciocchezze, adesso vediamo ciò che ci circonda in modo diverso, sotto un’altra luce (anche se a volte è davvero difficile e un po’ di sconforto si impossessa di noi). Giulio ci sta dando una grande lezione di vita….

Giulio ha continuato a mangiare con la sua bocca senza più bisogno del sondino, è proprio un buongustaio! Ha sempre molta fame e, anche ora che stiamo inserendo una nuova medicina che ha come effetto la perdita di appetito, a Giulio sembra fare l’effetto contrario. Gli piace molto il pesce in particolare il branzino e il salmone, ma non disdegna neppure la trota o l’orata. Adora le polpette al sugo della nonna che naturalmente gli frulliamo. Ultimamente ha assaggiato anche un passato ai ceci e letteralmente lo divora. Insomma gli piace quasi tutto, tranne i gusti un po’ aspri come l’arancia o il pomodoro crudo, ma ormai noi riusciamo a capire se c’è qualcosa che gli piace più di altro. Una sera abbiamo fatto “polenta e bruscit” e appena ha sentito il profumo ha iniziato a reclamare finchè non gliela abbiamo data.

In questi ultimi mesi Giulio sta facendo diversi esercizi che ci ha consigliato la fisioterapista e inoltre ha fatto anche una visita ortopedica per vedere se possiamo fare qualcosa per le sue gambine che ancora non vogliono piegarsi…Per ora ci impegniamo nella ginnastica: allungamento delle braccia e delle dita delle manine, giochi sulla palla, piegamento (per quanto si riesce) delle gambe, ecc… e vedremo se ci sono dei miglioramenti prima di pensare ad un intervento chirurgico.

martedì 3 novembre 2009

La nostra yucca



Ecco la nostra yucca, ci è stata regalata per il nostro matrimonio.
Purtroppo l'abbiamo dovuta tagliare perchè iniziava ad essere troppo grossa e alta, ma come si può vedere si è ripresa benissimo!

lunedì 2 novembre 2009

Sulla morte

Voi vorreste conoscere il segreto della morte, ma come potrete scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita?
Il gufo, i cui occhi notturni sono ciechi al giorno,
non può svelare il mistero della luce. Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita, poiché la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono il fiume e il mare.
Nella profondità dei vostri desideri e speranze,
sta la vostra muta conoscenza di ciò che è oltre la vita; e come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Confidate nei sogni, poiché in essi si cela la porta dell'eternità.
La vostra paura della morte non è che
il tremito del pastore davanti al re che posa la mano su di lui in segno di onore. In questo suo fremere, il pastore non è forse pieno di gioia poiché porterà l'impronta regale? E tuttavia non è forse maggiormente assillato dal suo tremito? Che cos'è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi al sole? E che cos'è emettere l'estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire, così che possa risorgere e spaziare libero alla ricerca di Dio?
Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire. E quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente. (Gibran)